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SPIRITUALITÀ ED ESPERIENZE
CON MADRE TERESA DI CALCUTTA

Com.te Mario PALANDRI
Resp. IMLC Antonio SERANGELI

10 febbraio 2003
CALCUTTA ... PERCHÉ ?
Parecchi anni fa, durante un viaggio cadde il mio orologio per terra. Mi ricordai della caduta di San Paolo e della sua folgorante conversione. Poco tempo prima era caduto con il suo elicottero un mio amico e collega, morto, con il suo meccanico ed il passeggero. Pensai che non era necessario cadere per cambiare la propria vita, ma che, con la grazia di Dio, era possibile convertirsi, cambiare il corso della propria vita così, come il pilota cambia la direzione del proprio aereo.
Impostai allora quel viaggio, che facevo intorno al mondo con la mia famiglia a condizioni di eccezionale favore per il mio lavoro di pilota, in modo da far vedere anche ai miei figli, non le solite attrazioni turistiche, ma anche e soprattutto i vari aspetti della vita comprese varie visite ad orfanotrofi ed altro.
Alcuni gesti compiuti durante tali visite mi avevano riempito il cuore di una gioia indescrivibile. Per anni avevo attribuito tale grande gioia alla convinzione di aver fatto qualcosa di buono . Desideravo quindi provare ancora quella gioia che mi sembrava vera felicità. Tutte le volte che potevo fare qualcosa di buono, a favore di qualcuno che aveva in qualche modo bisogno di aiuto, ecco che rispuntava quella gioia, quella felicità.
Ho avuto il grande dono di incontrare persone molto vicine a Dio, come Papa Giovanni XXIII e Madre Teresa di Calcutta. Anche in tali circostanze avevo sentito grande gioia.
Con mia moglie Lucia abbiamo incontrato più volte le suore di Madre Teresa e Lucia ha espresso il desiderio di andare a Calcutta ed ha scritto per esprimere tale intenzione. Ricevuta una risposta positiva con le indicazioni pratiche del caso, restava da stabilire il periodo e la data di partenza. L'occasione è venuta con la partenza di suor Gertrude che conoscevamo da anni. Decisi di accompagnare Lucia e suor Gertrude restando inteso che Lucia sarebbe andata alla casa dei bambini ed io alla casa dei moribondi.
Ed eccoci finalmente a Calcutta, Lucia ed io, dove la giornata cominciava molto presto per poter raggiungere la "Mother House" verso le 5 e 50 del mattino per partecipare alla Santa Messa delle 6 e dopo una piccola colazione, raggiungere, i centri di Shishu Bavan, presso la Casa dei Bambini di Madre Teresa di Calcutta. Naturalmente ci univamo con gioia a tutti gli altri volontari che provengono da tutto il mondo. Altri volontari andavano in altri centri sempre fondati da Madre Teresa o lungo le strade di Calcutta, nei luoghi dove era maggiore il bisogno.
Lucia aveva scelto il centro dei bambini nel settore dei bambini handicappati, anche perché a Roma assisto già i malati terminali di oncologia. Io avevo chiesto ed ottenuto di andare al centro dove sono assistiti i malati in fin di vita.
Lucia è venuta anche lei per un paio di giorni al centro di Nirmal Hirdai. Il lavoro si svolge dalle 8 alle 12, con un breve intervallo verso le 11 e per chi lo desidera e/o se la sente per un paio di ore al pomeriggio. Dire quello che si fa, non è facile e non è bello, basta dire che si cerca di attuare il comandamento dell'amore ricordando il vangelo di Matteo ... lo avete fatto a me.
Mi è stato chiesto di dire qualche cosa di questa nostra esperienza nella possibilità che ciò possa servire ad altri. Con un certo imbarazzo parlo di queste cose, ma la gioia che ho, anzi, abbiamo provato, è tale che il desiderio di condividerla supera il naturale riserbo. Tornando alle precedenti esperienze posso dire che ora mi sento di paragonare il tumulto che si è scatenato nei nostri cuori, con l'esperienza fatta dai discepoli di Emmaus che dicevano fra di loro: " ... non ardeva forse il nostro cuore quando Egli, lungo la via, ci parlava e ci spiegava le scritture..." dicevo ad un volontario che stava curando con amore un morente: "Vedi come è bello il volto di Gesù? Sempre diverso eppure sempre lo stesso".

E allora, stasera, permettetemi che mi rivolga ad ognuno di voi con queste parole:

Fratello, sorella, vorrei lavarti i piedi


Non ti sorprenda questa mia umile richiesta che forse
Ti giunge inaspettata, eppure un vivo desiderio di lasciare
Scorrere l'infinito Amore di Dio che anche attraverso un
Povero peccatore come me può giungere a chi mi ascolta.

Vorrei conoscere il tuo nome di battesimo, di ciascuno
Di voi, cingere il grembiule del servizio, e inginocchiato
Ai vostri piedi sciogliere i vostri calzari e come un
Povero servo inutile immergere i vostri piedi nell'acqua
Resa tiepida dall'amore e con molto tenero amore vorrei far
Scorrere via assieme alla polvere delle strade che avete percorso
Anche tutte le ansie, le preoccupazioni, le contrarietà
In modo da lasciare le vostre menti er i vostri
Cuori liberi di lasciarsi ricolmare dall'amore di
Dio che da tutta l'eternità ci conosce per nome
E ci ama infinitamente.
Fino a donare il proprio Figlio che ha
Preso su di se tutti i peccati del mondo ed
Ha patito le pene della passione fino alla
Morte ed alla morte di croce
Per la nostra salvezza.

Aggiungo semplicemente a quanto bene ha detto l'amico Palandri che anche il mio incontro con Madre Teresa è stato per me e mia moglie Maria Rosa davvero provvidenziale, e con una punta d'orgoglio non posso non dire che abbiamo fatto parte del primo gruppetto di laici che a Roma si strinsero attorno a lei.
Mi sembra bello stasera dire che anche per noi, l'incontro con Madre Teresa è stato l'inizio del cammino interiore che, molto bene, e con brevità, ha descritto Susanna Tamaro:

"Il cammino interiore è simile al
lavoro che una volta facevano gli
uomini per accendere il fuoco.
Si batte e si ribatte una pietra contro
l'altra, senza stancarsi, finché
scocca la scintilla. Per nascere il
fuoco ha bisogno del legno ma per
divampare deve aspettare il vento.
Cerca dunque sempre il fuoco nella
tua vita, attendi il vento, perché
senza fuoco e senza vento i nostri
giorni non sono molto diversi da
una mediocre prigionia".

Grazie di avermi ascoltato.

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