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I CONFLITTI NELLA COPPIA

Dott.ssa Elisabetta ANDREOLI
Prof. Pier Giorgio FOGLIO BONDA

14 ottobre 2002
Certo non mancano occasioni di conflitti nella coppia al punto che possiamo affermare che, senza la Grazia del Signore, è possibile fare ben poco, mentre, con il Suo aiuto, è possibile anche quello che potrebbe apparire impossibile: "Sì, impossibile agli uomini, ma non a Dio 'con' e 'per' il quale tutto è possibile, come ad esempio, trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore palpitante di vero e ardente amore!".
Qui di seguito la semplice elencazione di dieci punti da tenere presenti se non si vuole che un qualche conflitto faccia esplodere la coppia.
Entrare pienamente e in modo coinvolgente nel rapporto.
Cercare esplicitamente e in modo consapevole momenti di serena e piacevole intimità.
Alimentare consapevolmente sentimenti positivi dell'altro/a e comunicarli.
Saper sottolineare dell'altro/a le qualità che sono complementari e, saper dire anche 'grazie!'.
Apprendere la capacità di ascoltare, promuovendo canali di comunicazione verbale e non verbale.
Interessarsi autenticamente degli obiettivi dell'altro/a - se uno vince o perde è la coppia che vince o perde.
Parlare della propria storia passata, dei momenti belli e non, per scoprire che c'è una vita comune e non solo cose.
Essere sistematicamente onesti e congruenti con il nostro partner, che non significa essere sinceri per forza.
Conoscere e scoprire le aspettative e i desideri dell'altro/a - un piccolo dono può essere segno di grande amore.
Desiderare di 'perdere' del tempo insieme al solo fine di stare totalmente rilassati e soli in un vero ' dia-logos'.
Da ultimo, ma non meno importante bisogna tenere presente che senza l'amore vero, quello che viene dal Signore, non è possibile impedire che la coppia venga vissuta come un carcere, come ad esempio un numero megagalattico di zero, se non sono preceduti dall'intero valgono ben poco.
Anche per questo il superamento dei conflitti non avviene mettendo l'attenzione sul "non far questo e quello" ma vivendo positivamente un atteggiamento di dono. La coppia, ad esempio, dovrebbe fare continua esperienza del sentimento della tenerezza la quale rappresenta, un contenuto tipico dell'esistenza cristiana. Il cristianesimo, infatti, senza tenerezza, rischia di apparire in chiave riduttiva, quasi soltanto ritualista o moralista e senza fascino. E' la carità che fonda la tenerezza ed è la tenerezza che impedisce alla carità di ridursi ad una morale del dovere, formandole il "cuore".
I coniugi sono stati immersi, grazie al battesimo, nell'immenso abbraccio misericordioso del Signore, per questo la loro coscienza è continuamente interpellata, affinché si facciano segno vivente della tenerezza di Dio, fra gli uomini, una tenerezza nuova, quella di Gesù che lava i piedi a noi. E' questo un percorso inesplorato ma decisivo, perché la Chiesa si presenti al mondo come il Sacramento di un Dio di bontà e grazia e non di paura né di punizione.
Riportare l'attenzione su questa dimensione teologica della tenerezza porta con sé notevoli implicazioni di ordine ecclesiologico. Non è possibile parlare di tenerezza senza mettersi in discussione come Chiesa e come singoli, in cammino con i più umili.
La teologia della tenerezza suppone, di fatto, la prassi della tenerezza e pone in crisi un modo di essere cristiani che rimane alla superficie o si accontenta di un cristianesimo mediocre, senza slancio ed entusiasmo. Essa proclama alla comunità dei credenti che senza il vangelo della tenerezza non si risponde pienamente al vangelo dell'amore che il Maestro ci ha lasciato, divenendo alla fine incapaci di portare agli uomini il lieto annunzio della grazia.
Anzi, fuori del vangelo della tenerezza è forte la tentazione di essere o di tornare ad essere una Chiesa del dominio e dell'esclusività.
Uomo e donna sono chiamati ad andare, entrambi, a "scuola di tenerezza", arricchendosi reciprocamente dei doni di cui sono portatori e impegnandosi a costruire insieme, in un dialogo positivo e rispettoso della differenza, un'autentica "civiltà della tenerezza".
E che cosa significa andare a "scuola di tenerezza" se non aprirsi agli orizzonti ineffabili dell'Assoluta Tenerezza? La tenerezza è, per così dire, il mistero nuziale della storia!

"Nondum amabam, et amare amabam ... quaerebam quid amarem, amans amare" (A. Agostino, Confessioni, III, 1).

"Se tu ami senza suscitare un'amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non produce una reciprocità d'amore, se nella tua manifestazione vitale di amante non fai di te un amato, il tuo amore è impotente, è un'infelicità ed un fallimento totale" (K. Marx, 3° Manoscritto economico-filosofico, 37).

PRESENTIAMO ORA I "DODICI" POSSIBILI "TIPI" DI COPPIA

1. - ALCUNE OSSERVAZIONI PRELIMINARI

1.1. - Queste che qui presentiamo sono delle "metafore" che, in quanto tali, colgono e mettono in rilievo solo qualche aspetto della estremamente ricca e complessa realtà della "coppia", rilevandolo in maniera particolare, senza tuttavia pretendere di essere una descrizione adeguata di essa.

1.2. - Va sottolineato soprattutto che:

  • Una situazione di coppia non si esaurisce in uno solo di questi "tipi"; al contrario, in genere, sono contemporaneamente presenti anche alcuni elementi di altri "tipi", seppure uno di essi è, in un determinato momento, quello prevalente e che maggiormente caratterizza la dinamica interazionale, mentre gli altri sono secondari e complementari.
  • Nei diversi periodi della vita della coppia è possibile (e in genere, anche molto probabile) che uno o l'altro di questi "tipi" di rapporto diventi più significativo di un altro, che in diverse situazioni e circostanze è stato o diventa invece prevalente. Questo avviene come conseguenza sia dell'evoluzione (crescita, stasi o regressione) che si manifesta negli ambiti cognitivo, affettivo, interazionale, occupazionale, ecc., di uno o dell'altro dei partners, o della loro reciproca relazione, o della coppia in quanto tale; sia dell'intervento di fattori "esterni" (ambientali, situazionali, relazionali, ecc.) che influenzano la coppia e le sue dinamiche in maniera più o meno esplicita, diretta e significativa.
  • Il rapporto di coppia non è qualcosa di "statico" ma di "dinamico"; non è una "struttura" ma una "vita"; è un "cammino costruito insieme" a partire da un punto di partenza, più o meno evoluto e parziale, verso "obiettivi", personali e comuni, sempre più maturi, ampi, elevati e soddisfacenti; verso "orizzonti", che proprio perché tali, non possono essere mai pienamente raggiunti; che vengono definiti e ridefiniti in maniera sempre più chiara e relativizzati consensualmente, con sempre maggiore coerenza, alla propria realtà e situazione; valutati insieme; e realizzati attraverso un impegno concorde, caratterizzato da mutuo stimolo e sostegno.
  • È fondamentale che ognuno dei partners (e ambedue insieme !) si rendano sempre più consapevoli1 di quali sono gli elementi essenziali che caratterizzano il loro reciproco rapporto e dei fattori che lo condizionano, così da poterli gestire in maniera produttiva, minimizzando i conflitti (soprattutto quelli derivanti da contenuti inconsci o comunque non sufficientemente elaborati); e favorendo esplicitamente quegli aspetti che sono produttivi e funzionali per la serenità, l'integrazione e il benessere tanto individuali quanto della coppia come tale.
  • Si deve ricordare che il rapporto di coppia è sempre un'interazione "diadica" che, conseguentemente e in quanto tale2, tutto quello che avviene nell'ambito della coppia non può essere in nessun caso considerato come responsabilità "esclusiva" di uno di essi. Anche se è sempre uno dei due partners colui che per primo, con le sue azioni o omissioni, pone le basi di quelle dinamiche che determinano in seguito la manifestazione di uno specifico "tipo" di coppia, egli non va mai considerato come l'unico e nemmeno come il principale responsabile della strutturazione di tale "modalità relazionale", giacché essa è sempre e comunque conseguente all'interagire che si stabilisce tra ambedue i membri e alle loro reciproche stimolazioni e rapporti. Nella vita di coppia tutto dipende sempre dalla corresponsabile interazione di ambedue i partners, anche quando è uno di essi colui che dà inizio alle specifiche dinamiche che la determinano, la strutturano e la mantengono.
  • Una coppia può definirsi "sana" e "produttiva" quando è un fattore primario ed essenziale nella stimolazione della crescita, dell'integrazione, dell'autorealizzazione, della soddisfazione e del benessere di ognuno dei partners considerati come singole persone di ambedue i membri della coppia visti come un "insieme" o un "sistema interattivo". È evidente che questo non comporta assolutamente la totale assenza di momenti di difficoltà, di stasi, di regressione e di conflitto (a volte persino anche gravi e anche relativamente prolungati); problemi che, al contrario, molte volte possono costituire altrettanti elementi che, se adeguatamente affrontati e produttivamente risolti, rinvigoriscono e danno nuovo slancio alla vita della coppia. Affinché però questi eventuali problemi si trasformino in fattori positivi di sviluppo (sia individuale che del gruppo-coppia) è necessario che siano appropriatamente presi in considerazione e utilizzati in maniera funzionale. Per farlo è necessario che essi:
    • non siano rimossi, negati o considerati come fatti puramente secondari, passeggeri e di scarsa importanza, che "si risolvono da soli";
    • vengano, al contrario, opportunamente focalizzati e valutati nella loro obiettiva significatività;
    • siano analizzati accuratamente e in maniera approfondita sia da ognuno singolarmente che da ambedue i partners insieme, attraverso un dialogo (non un "monologo" né un discorso "parallelo") aperto, chiaro, onesto, non pregiudiziale, non accusatorio, non competitivo, comprensivo, accettante e indirizzato non a trovare "scuse" o "accuse" reciproche, ma a comprendere, nel modo più obiettivo e sereno possibile, il/i perché che hanno determinato quella specifica situazione e ad elaborare relativamente ad essa soluzioni realistiche, costruttive, che siano frutto di scelte e decisioni concordi, e che diano luogo ad azioni concrete e corresponsabili;
    • determinino una nuova, esplicita e convinta riaffermazione del proprio mutuo interesse, desiderio e convinzione di continuare a realizzare insieme la esaltante esperienza della "vita a due" e del "continuare a camminare insieme";
    • non vengano in seguito dimenticati ma neppure sistematicamente riportati alla memoria (soprattutto nel caso di eventuali nuovi momenti di difficoltà); ma vengano vissuti come fatti realmente accaduti, che hanno contribuito e possono continuare a costituire fattori non secondari di reciproca comprensione, unione, impegno e progettualità.
  • Infine è necessario segnalare che le caratteristiche "negative" ed eventualmente anche manifestamente "patologiche" della coppia non hanno una correlazione negativa con la sua "tenuta" e la sua "durata". Al contrario, coppie decisamente "disturbate", con frequenza, si mantengono "legate" (non "unite" !) molto più a lungo di altre. Questo come conseguenza del fatto che la situazione patologica costituisce, per uno o per ambedue i partners, un elemento di "saldatura", anche molto resistente, nella misura in cui i comportamenti inadeguati3 di uno di essi, trovano o determinano nell'altro atteggiamenti complementari, più o meno consapevoli e autonomi, di passività, vittimismo, rassegnazione, "maternage", giustificazione, dedizione, incapacità di appropriata valutazione, eccessiva comprensione, esagerato sostegno, incondizionata disponibilità, ecc., che gratificano in lui bisogni e desideri personali, in gran parte inconsci, che sono gravemente immaturi e che non vengono altrimenti soddisfatti.

2. - I DODICI POSSIBILI "TIPI" DI COPPIA

2.1. - La coppia "PARCO BUOI"

  • Questi partners prendono la vita come un puro "impegno", "sacrificio", "sforzo", "lavoro" e "dovere superegoico".
  • Il loro "legame" ("") è essenzialmente fondato sugli aspetti "dovuti" (derivanti da leggi, norme, precetti, abitudini, condizionamenti socio-culturali e ambientali) che sono per loro di gran lunga più importanti (a volte sono gli unici veramente "significativi") degli aspetti (atteggiamenti, comportamenti, vissuti, ... sia personali che reciproci) derivanti sia da autentiche scelte e decisioni, fondate su veri valori; sia dai bisogni, dalle motivazioni, dai desideri e dalle aspirazioni di ognuno dei "coniugi", che non vengono riconosciuti o sono più o meno esplicitamente svalutati o persino negati.
  • Si tratta di una situazione in cui ambedue i "coniugi" vivono e si sentono sistematicamente "legati ad uno stesso giogo" ("coniugale" = "cum – iogu"); obbligati a "tirare la carretta" del matrimonio, della famiglia ... e della vita.

2.2. - La coppia "COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI"

  • Il rapporto viene visto esclusivamente nella prospettiva di un reciproco "sostegno" e "rassicurazione", di tipo sia economico che sociale, sanitario, lavorativo, ecc.
  • Ognuno dei partners fa "il proprio dovere" nella convinzione e con il presupposto che anche l'altro lo faccia, così da poter sentire assicurati (nel presente e, soprattutto, nel futuro – malattia, problemi di vario tipo, vecchiaia, ... -) i bisogni vitali essenziali nell'ambito della reciproca "assistenza", "sostegno", "soccorso".

2.3. - La coppia "NURSERY"

  • Obiettivo primario e fondamentale (a volte anche "esclusivo") di questo tipo di coppia è la procreazione e l'allevamento dei figli.
  • A questo obiettivo vengono esplicitamente subordinati tutti gli altri, soprattutto quelli relativi agli ambiti affettivo, sensuale e sessuale.
  • Concluso questo impegno (di allevare i figli) esso viene sostituito da un altro simile (nipoti, volontariato sociale, ecc.) o si inaridisce e si esaurisce la motivazione sottostante il rapporto, che viene trasformato, in forma più o meno consapevole, in uno degli atri "tipi" qui descritti.

2.4. - La coppia "ALBERGO"

  • Ognuno dei due partners vive la relazione come un qualcosa di puramente "strumentale" e di fondamentalmente "superficiale".
  • Uno assicura all'altro determinati "servizi" (alimentazione, pulizia della casa, cura della biancheria, assistenza in caso di malattia, ecc.) che vengono puntualmente "retribuiti" a livello sia economico, sia sessuale, sia di compagnia, sia – nel migliore dei casi – di confidenzialità e di "amicizia".

2.5. - La coppia "SOCI IN AFFARI"

  • Il matrimonio viene visto e vissuto come una "S.p.A.", nella quale ognuno dei due "soci azionisti" (paritari o di maggioranza/minoranza) pone il proprio lavoro, preoccupazioni, impegno ... per raggiungere, alla fine, l'obbiettivo della realizzazione dei propri "interessi" (non solo economici ma anche – e, a volte, soprattutto – sociali, professionali, ecc.).
  • Ognuno dei partners sa e "sente" di valere e di essere valutato dall'altro primariamente o anche esclusivamente nella misura in cui "produce" adeguatamente in funzione del raggiungimento degli obiettivi della " società" gestita in comune.

2.6. - La coppia "SISTEMA PLANETARIO"

  • Uno dei due membri della coppia esercita, in maniera più o meno consapevole, appropriata efficiente e accettata dall'altro la funzione del "sole"; mentre l'altro si comporta come un "pianeta" che gira intorno ad esso, legato a lui e dipendendo da lui per ricevere luce, forza e calore.
  • Fino a quando questa situazione "funziona" (e cioè, fino a quando il "sistema" mantiene il proprio "equilibrio"), tutto "va bene". Se però il "sistema" entra in crisi, soprattutto perché il "sole" non è più in grado di svolgere il proprio ruolo o non si rende più disponibile a realizzarlo; o perché il "pianeta" non accetta più questo rapporto di sudditanza e tenta, in maniera variamente esplicita, diretta, manifesta e consapevole di "liberarsi" dalla sua "orbita", avviene un "cataclisma" ed entra in crisi, in maniera in genere grave e difficilmente reversibile, la relazione.

2.7. - La coppia "BUCO NERO"

  • Uno dei due partners, seppure non sempre in maniera esplicita né soprattutto manifesta, costituisce il vero e unico "centro" che assorbe sistematicamente tutte le "forze", "energie", "interessi", "prospettive", "vitalità", ecc. della coppia.
  • Egli si trasforma, così, nel nucleo "vorace" e assolutamente "egoistico" che attira a sé, in funzione esclusiva del proprio benessere e profitto, ingoiandoli con insaziabile ingordigia, gli interessi, i bisogni, le motivazioni, i desideri, le aspettative, i progetti, le attività, il tempo, le forze, ... dell'altro.

2.8. - La coppia delle "COMETE"

  • In questo tipo di coppia ognuno dei partners vive e "viaggia" per conto proprio, visitando a piacimento, in maniera sistematica o saltuaria ma abituale, altri "sistemi" e "universi" alternativi a quello della propria relazione.
  • In questa modalità di rapporto, ogni tanto (a periodi più o meno regolari), si producono tra i due membri della coppia "nuovi incontri", durante i quali divampano nuovamente "fiammate" reciproche di interesse, desidero, voluttà, passione, ...
  • Durante questi "periodi di grazia" sembra che tutto nel rapporto abbia un nuovo e definitivo inizio e che finalmente si possa instaurare un "legame" solido, durevole e prospettico ... Il tutto però, a poco a poco o a volte anche rapidamente, "sbiadisce" fino a oscurarsi di nuovo totalmente, mentre ognuno dei due riprende il proprio "viaggio autonomo attraverso il buio interstellare", alla ricerca di qualche nuovo "sistema" nel quale potersi momentaneamente integrare.

2.9. - La coppia "SACRIFICALE"

  • In essa uno o ambedue i partners (in quest'ultimo caso a volte in maniera concomitante, altre in forma alternante) vive immolando tutto se stesso, in maniera consapevole o meno, sull'altare della felicità, del benessere, degli obbiettivi, dei progetti, dei bisogni, dei capricci, delle richieste, ..., anche esagerate e indebite, dell'altro.
  • Si tratta di una coppia in cui l'annientamento di uno o reciprocamente di ambedue i partners è la condizione indispensabile che dà significato e assicura la sopravvivenza del "sistema".

2.10. - La coppia "CASA DI APPUNTAMENTI"

  • È la coppia in cui uno o tutti e due i partners hanno come unico obiettivo quello di ottenere il soddisfacimento, nella massima misura possibile, dei propri bisogni e desideri, in particolare di quelli sensuali e, soprattutto, di quelli sessuali, senza preoccuparsi maggiormente (o per nulla) di quelli emotivo-affettivi.
  • A questo obiettivo essenziale ed anche, a volte, esclusivo vanno indirizzate e subordinate tutte le dinamiche, i progetti, le aspettative, gli interessi del o dei partners; esso è l'unico "collante" che li mantiene uniti, così che non si pone nessun limite alla ricerca di questo soddisfacimento che va sempre, solo e comunque perseguito, sia all'interno del rapporto; sia, se o quando questo non è possibile o non viene vissuto come adeguatamente gratificato, anche all'esterno di esso.

2.11. - La coppia "COMPAGNIA TEATRALE"

  • Finalità primaria (e, a volte, unica) dell'interazione di questo tipo di coppia è quella "rappresentativa". Il rapporto, cioè, in maniera più o meno consapevole, serve solo e sempre ed è sistematicamente e primariamente finalizzato a permettere a uno o ad ambedue i partners di ottenere affermazione e realizzazione personale, approvazione, plauso, valutazione ... nell'ambito sociale, pubblico ed esterno.
  • In questo tipo di interazione l'obbiettivo più importante è quello di riuscire a mantenere "elegantemente" le formalità del rapporto, in modo tale che tutti pensino che si tratta di una coppia "interessante", "vitale", "di successo", "brillante", ecc. Quello che poi avviene all'interno di essa, come conseguenza di un'intimità assolutamente inesistente o solamente "di facciata", non ha nessuna importanza o significato vero e profondo.

2.12. - Infine, l'unico rapporto "autentico" e "sano": quello della coppia "A SISTEMA BINARIO"

  • In questo tipo di interazione ambedue i partners hanno e sono consapevoli di avere una particolarissima, forte e, alla fine dei conti, pari potenzialità di attrazione reciproca, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti (fisico, cognitivo, emotivo, motivazionale, progettuale, sociale, dell'attività).
  • Vivono e stimolano a livello cosciente, realizzandolo costantemente in maniera implicita ma anche esplicitandolo con relativa frequenza, un atteggiamento di "" per l'altro; di volere e di sapere "prendersi cura" di lui/lei; e di farlo in maniera amorevole, premurosa, sobria, discreta, adulta, pienamente coerente con le sue diverse situazioni, circostanze, momenti di vita, esperienze, bisogni e richieste. Comportamento che comunque, sempre e manifestamente, é scevro da prevaricazioni, eccessi, intromissioni e condizionamenti indebiti, manifestazioni di sfiducia, sostituzioni inutili o persino umilianti e richieste, più o meno dirette o velate, di ricevere in cambio dimostrazioni di "obbligata" gratitudine e corrispondenza.
  • Sono coscienti e convinti che il successo e la gratificazione di ognuno dei due (in tutti gli aspetti della realtà, da quello sensuale e sessuale a quello affettivo, familiare, economico, ...) dipende in maniera del tutto particolare e diretta dall'impegno e dalla collaborazione reciproca, che unisce le capacità e le forze di entrambi, così da ottenere "risultati" e di raggiungere "traguardi" molto più significativi e soddisfacenti di quelli che scaturirebbero solo dallo sforzo e dalle potenzialità di ognuno.
  • Si tratta di persone che hanno imparato, che sono convinte e che sentono profondamente di non poter più "vivere" (realizzarsi, affermarsi, raggiungere i propri obiettivi, essere sereni, soddisfatti, felici, ...) se non "insieme" ... anche se ognuno sa che quello che lui pone per la realizzazione degli obiettivi del "sistema"4 è molto più di un 50%. Pur tuttavia ognuno dei partners è, nel profondo, altrettanto convinto che se (purtroppo !) non gli fosse più possibile (per cause interne alla coppia o per eventi esterni ad essa) continuare a "camminare insieme" con l'altro/a, sarebbe comunque in grado (seppure con gravi vissuti di frustrazione e di disagio e con non poco impegno e fatica) di continuare a farlo da solo/a.

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1 Attraverso una riflessione ed una valutazione - approfondita, non pregiudiziale e tanto personale quanto realizzata attraverso un dialogo attento, aperto e disponibile - della realtà di ognuno e di quella della coppia stessa.

2 In particolare nella nostra peculiare situazione culturale attuale, in cui viene riconosciuta – almeno a livello teorico ! – la piena simmetria tra i partners e la loro parità di capacità, di competenze, di diritti e di doveri ... anche se questo non comporta una sovrapposizione "predefinita" e "rigida" di "ruoli".

3 Di sopraffazione, di aggressività, di strumentalizzazione attiva o passiva, di regressione, di disinteresse, di disonestà, di indifferenza, di totale dipendenza, di irresponsabilità, di delega, ecc.

4 "Sistema" le cui potenzialità sono di gran lunga superiori e, soprattutto, qualitativamente diverse, della pura e semplice sommatoria dei due elementi che lo compongono!