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FUNZIONE TERAPEUTICA DELLA PREGHIERA

Mons. Vincenzo JOSIA

14 maggio 2003
INTRODUZIONE

Dovendo parlare di funzione terapeutica della preghiera, è necessario prima di tutto accennare ad alcune patologie di carattere morale da cui essere sanati nel contatto con Dio.
Esse sono di tre tipi; malattie che riguardano il rapporto:

  • con se stessi; (A)
  • con gli altri; (B)
  • con Dio. (C).

 

  • L'autorifiuto, cioè la non accettazione di sé che si manifesta con il vittimismo, l'autocommiserazione, il senso di colpa.
    L'egoismo: che chiude l'uomo in sè stesso, soffocandolo nella prigione del proprio io, e impedendogli di aprirsi a Dio e agli altri.
    La lussuria: cioè il desiderio sfrenato di usare in modo disordinato della propria o altrui sessualità.
  • Malattie che riguardano il rapporto con gli altri:
    • l'io contro l'altro: l'odio, che a volte diventa violenza verbale, morale, fisica ...
    • l'io indifferente all'altro: l'altro per me è nessuno ...
    • l'io senza l'altro: "io faccio a meno degli altri"....
    • l'io sopra gli altri: la voglia di dominare gli altri, e di esercitare un potere su di loro, le loro idee, la coscienza, gli affetti, le decisioni...
    • l'io sotto l'altro: la dipendenza indebita, che rende la persona infantile e incapace di decisioni proprie.
  • Malattie che riguardano il rapporto con Dio:
    • la ribellione: attribuire a Dio molte cose che dipendono dalle leggi della natura, dalla libertà altrui e dalla nostra libertà;
    • l'indifferenza, e perciò una vita tutta concentrata in modo orizzontale, sulle cose materiali, senza un riferimento alla religione, alla fede.....
    • l'accidia spirituale: e quindi il blocco della volontà, che impedisce di pregare, di vivere la fede nella pratica, di essere fedeli ad un programma di vita spirituale serio.

PERCHÉ AFFERMIAMO CHE LA PREGHIERA GUARISCE?

  • Perché l'uomo è fatto per Iddio, e nella preghiera l'uomo si incontra con Lui.
  • Perché nella preghiera l'uomo viene in contatto profondo, anche se parziale, col Fine Ultimo, superando in questo modo l'angoscia del non senso della sua esistenza.
  • Perché la dimensione religiosa è la dimensione più profonda dell'essere umano; ciò è dimostrato dalla storia delle religioni, dalla psicologia religiosa, dall'infelicità, spesso, di non credere. L'uomo nella preghiera vive in modo profondo ed esplicito questa dimensione "essenziale" del suo essere.

Tuttavia, la preghiera guarisce a certe condizioni: Il rapporto con Dio, nella preghiera deve avere alcune caratteristiche:

  • Deve essere un rapporto vivo. La preghiera non deve essere un'abitudine, una ripetizione meccanica di formule, un'incombenza da sbrigare presto per essere tranquilli, un dovere da adempiere: questo tipo di preghiera non guarisce.
  • Deve essere un rapporto vero. È difficile attuare rapporti veri con le persone. L'orgoglio, la timidezza, la paura, l'egoismo, i vari meccanismi di difesa ... ce lo impediscono. Anche con Dio è difficile attuare un rapporto vero. Anche se sappiamo che con Lui non si può barare: A volte tentiamo di farlo...ci nascondiamo dietro le parole, le emozioni, le scuse, il perbenismo ... (cfr. Lc. 18, 9-14: il fariseo e il pubblicano).
  • Deve essere un rapporto profondo: Ciò significa amante e accogliente. Vuol dire incontrare Dio come Colui che ci ama personalmente... Dobbiamo amarlo perché infinitamente degno del nostro amore, percepire che siamo da Lui accolti e accoglierlo come il tutto della nostra vita.
  • Deve essere un rapporto teocentrico. Dio cioè deve stare al centro di tutto, perché Egli è l'Assoluto. Ecco perché Gesù nel Padre nostro prima ci fa chiedere "sia fatta la tua volontà...", e soltanto dopo i doni che ci servono per vivere. Egli con tutta la sua vita ci ha insegnato questa relazione profonda che si deve avere con IL PADRE Dio. Gesù era veramente teocentrico, non egocentrico (Padre-dipendente).
  • Un rapporto trasformante. La preghiera è autentica ed efficace soltanto se trasforma la vita. Infatti uno dei difetti principali della preghiera è che essa per molti è soltanto episodio della giornata, qualcosa che passa e non lascia traccia. Invece la preghiera trasformante è quella che chiama in causa la volontà. Tanta gente prega ma non guarisce mai, perché tra la preghiara espliciti a e la loro vita manca la cerniera della volontà (cfr. il paralitico guarito del vangelo: Gv. 5, 1ss).
  • Deve essere un rapporto vitale. La preghiera punta a creare un rapporto permanente con Dio: Soltanto così la vita diventa preghiera e la preghiera vita. Il rapporto continuo con il Signore è la fonte di continua energia guaritrice... L'unione continua che Gesù aveva con il Padre dirigeva tutti i suoi pensieri, le sue scelte, le sue parole e le sue azioni... "le parole che vi dico non le dico da me stesso" (Gv. 14, 10). Questa dipendenza continua di Gesù dal Padre faceva di lui un uomo totalmente armonizzato nella sua personalità.

CONCLUSIONE: PERCHÉ LA PREGHIERA GUARISCE?

  • Perché la preghiera decentra il soggetto da sé stesso. L'uomo non è fatto per guardare sé stesso ma per guardare Dio e gli altri: L'uomo non è fatto per autocommiserarsi, ma per aiutare gli altri a sollevarsi dalla loro miseria.
  • Chi si concentra troppo su di sé è candidato alle malattie interiori. Chi invece esce da sé cammina verso la guarigione o previene addirittura ogni tipo di malattia interiore.
  • È l'effetto della preghiera, che fa uscire l'uomo da se stesso, concentrandolo sulla Persona divina, sul suo amore, sulla sua bellezza, la sua potenza, su tutto ciò che ha creato, sull'opera della redenzione. Questo decentramento è guaritore perché rispettoso della costituzione dell'uomo, che è un essere fatto per Iddio e per gli altri.
  • La preghiera guarisce perché unisce a Dio. Chi prega si incentra su Dio, si immerge in Dio, ama Dio in modo disinteressato e oblativo, realizza l'unità del suo essere spesso frantumato al suo interno ...

Chi prega guarisce perché la tensione verso Dio unifica tutto l'essere umano, lo equilibra, lo armonizza, lo pacifica.

Vincenzo Josia
Il radar delle vacanze

Perfino il corpo rispecchia l'armonia dello Spirito, che ha trovato in Dio la sua pace. "guardate al Signore e sarete raggianti ..." Sal. 34, 6ss; "Indice di un buon cuore è una faccia luminosa" Sir. 13, 25. Vedi anche Es. 34, 29: "Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui".
Tutto questo avviene per effetto della reciprocità che si instaura tra lo spirito dell'orante ed il corpo. L'uomo, infatti è unità di corpo e di spirito. Anche a livello biologico col retto rapporto tra le funzioni chimiche elementari e quelle superiori (mentali). Mens sana in corpore sano, dice il popolo, ma è vero anche il contrario.

  • La preghiera, immergendoci in Dio ci libera dalla sofferenza, dalle delusioni, dagli smarrimenti della vita.
  • Dio ama rispondere alla nostra preghiera perché vuole la salvezza globale dell'uomo. Al punto che Gesù nel Padre nostro ci insegna a chiedere prima la gloria di Dio ma anche, poi, la liberazione dal male, la liberazione dell'uomo, la salute fisica e spirituale è pertanto consequenziale alla ricerca assidua e amorosa della gloria di Dio con la preghiera.josia01

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