Conferenza del 30 maggio 2003
- Dettagli
- Categoria: San Mattia
- Pubblicato Mercoledì, 30 Novembre -0001 01:00
- Scritto da Don Michele
- Visite: 2947
L'UOMO NELLA SUA UNITÀ DI:
CORPO - MENTE E SPIRITO
Dott.ssa Elisabetta ANDREOLI
Prof. Pier Giorgio FOGLIO BONDA
30 maggio 2003
Tre caratteristiche principali:
- Patologia fisica dimostrata relativa ad un unico sistema organico
- Assenza di fattori eziologici organici chiari e sufficienti
- Concomitanza di fattori psicosociali con l'insorgenza, il mantenimento o l'aggravamento della patologia organica.
Da sempre è stata accettata l'esistenza di un nesso tra "stati emotivi" e "malattie organiche":
- Assiro-babilonesi (2500 aC): la malattia non proviene solo dall'esterno ma anche dall'interno
- Ippocrate: la malattia dipende da fattori ambientali + sociali + emotivi
- Platone & Aristotele: i problemi emotivi sono un fattore determinante della perdita della salute
- Galeno: l'interazione soma/psiche è costante e fondamentale.
Medioevo, Rinascimento ... fino al s. XIX: corpo e psiche
- realtà "parallele"
- collegate solo "estrinsecamente"
- salute e malattia dipendono esclusivamente da fattori corporei o mentali.
Sec. XIX e inizi sec. XX:
- quasi tutti: prospettiva esclusivamente "organicistica"
- tuttavia "eccezioni":
- Jacobi: popolarizza il termine "disturbi psicosomatici"
- Freud:
- Inscindibile unità corpo/psiche
- Rapporto "transazionale" tra i due
- Nelle malattie organiche: fattori psicogeni; nei disturbi psicopatologici molte volte: condizionatori biologici
- Influenza emotiva nella genesi e nello sviluppo delle malattie organiche
- Fondamentale importanza della "relazione terapeutica".
- Dopo Freud: sempre più accettata la teoria della reciproca influenza dei fattori organici e di quelli psichici nella manifestazione, nel decorso e nella terapia delle malattie.
- Oggi: quattro "indirizzi concettuali" fonamentali relativi ai disturbi psicosomatici:
PSICODINAMICO – PSICOFISIOLOGICO – SOCIOCULTURALE – SISTEMICO.
1. - La prospettiva PSICODINAMICA
- Ferenczi (1910): conflitti e le fantasie rifiutate ⇔ disturbi psicosomatici
- Groddeck (1910) : "significato psichico" di alcune malattie organiche
- Alexander (1934): conflitti inconsci ⇔ "scarica" su organi "fisiologicamente predisposti ad ammalarsi
- Ruesch (1958): "disturbo psicosomatico" come conseguenza di un "disturbo della comunicazione" ("regressiva")
- Sifneos & Nemiah (1970): "alessitimia" ⇔ "disturbo psicosomatico.
2. - La prospettiva PSICOFISIOLOGICA
- Pavlov (1903) e "Reflessologia": tutte le emozioni ⇔ concomitanti fisiologici
- Cannon (1927): reazioni emotive ⇔ SNA ⇔ risposte fisiologiche
- Wolff (1943): "eventi esistenziali ⇔ risposte fisiologiche, che se e quando si prolungano ⇔ cambiamenti anatomici
- Selye (1945):
- "STRESS" (evento o situazione)
- "Sindrome generale di adattamento" = reazione "attacca o fuggi"
- emozioni ⇔ SN/Sendocrino ⇔ reazioni fisiologiche ⇔ alterazioni anatomiche ⇔ disturbo psicosomatico
- Friedman & Rosenman (1959): personalità "Tipo A" e "Tipo B"
- Mason (1968): "variabili psicologiche": fattore primario per determinare:
- La "magnitudo" dello stress
- La "gravità" e la "durata" delle reazioni organiche
3. - La prospettiva SOCIO-CULTURALE
- Horney (1939) – Mead (1947): "influenze socioculturali": fondamentali per lo sviluppo e il tipo dei "disturbi psicosomatici".
SCHEMA DI BASE: cultura ⇔ figura materna ⇔ rapporti affettivo/educativi ⇔ caratteristiche emotive ⇔ reazioni neuro-endocrino-immunologico ⇔ disturbo psicosomatico - Holmes & Rahe (1975): socio-cultura = fattore essenziale per determinare la gravità obiettiva e soggettiva degli "stress"
- Cassel (1976): fattori socio-culturali = fondamentali per aumentare/diminuire la "vulnerabilità" del soggetto agli "stress", alle malattie fisiche e ai disturbi psichici.
4. - La prospettiva SISTEMICA
- Lipowski (1970): nello sviluppo e per la comprensione dei "disturbi psicosomatici" sono ugualmente significativi e vanno sempre analizzati e integrati gli aspetti:
- Interni del paziente: costituzionali, genetici, endocrini, metabolici, immunitari, neurologici, emotivi e cognitivi
- Esterni al paziente: infettivi, ecologici, relazionali, culturali, ambientali, situazionali
- Relativi alla storia e alle esperienze (passate e presenti) del paziente.
5. - PROBLEMI ANCORA "APERTI"
- Alcuni autori: la affermazione dell'esistenza di "disturbi psicosomatici" è indice di ignoranza, di incapacità o di impossibilità diagnostica.
- Non chiaro il rapporto che esiste tra: dinamismi neuro-immuno-endocrino-metabolici ⇔ fattori psicologici ⇔ condizionatori socio-culturali e ambientali.
- Esiste un rapporto tra specifiche caratteristiche di personalità e particolari disturbi psicosomatici?
- Esiste una "predisposizione" a manifestare disturbi psicosomatici. Se sì: di che tipo? (genetica? Costituzionale? Neuro-endocrino-immunitaria? Dovuta a processi di apprendimento? Condizionata da fattori relazionali? Determinata dalla cultura, dall'ambiente, dalle esperienze passate? ... da TUTTI questi fattori?).
- Se, fino a che punto e come le carattgeristiche psichiche (cognitive ed emotive); le dinamiche relazionali; le modalità educative e di sviluppo; i vissuti esperienzaiali... influenzano il mantenimento o il recupero della salute e i processi di malattia (e di morte).
- Perché si ammala un organo o un sistema organico e non un altro?:
- Alcuni ipotizzano l'esistenza di un "organo bersaglio": teoria dell' "inferiorità dell'organo" (Adler); teoria del "linguaggio dell'organo" (Alexander).
- Si tratta di teorie mai dimostrate e attualmente poco accettate.
- Perché anche quando è stato elaborato e "risolto" il problema psicosociale o ambientale identificato come co-fattore della manifestazione o del'aggravamento della patologia , questa non guarisce in tempi rapidi o non si cura affatto? ("strutturazione" di un "meccanismo patologico"? "strutturazione" di una "modalità peculiare di risposta"? "strutturazione di una particolare "vulnerabilità organica"?...).
6. - La DIAGNOSI dei "disturbi psicosomatici"
- Una corretta valutazione diagnostica è essenziale per poter definire una malattia come "disturbo psicosomatico"
- In primo luogo deve trattarsi di una diagnosi medica
- Va ricordato che per poter diagnosticare una malattia come "disturbo psicosomatico"
- Non basta che non sia stato identificato un fattore organico "sufficiente"
- È anche imprescindibile che sia stata rilevata la presenza di possibili co-fattori psicosociali
- La diagnosi di un "disturbo psicosomatico" deve essere sempre PLURIDISCIPLINARE ("liaison consultation" – "lavoro di èquipe"):
- Medica: visita e anamnesi medica – analsi biochimiche – indagini strumentali ...
- Psicologica: colloquio psicodiagnostico – questionari – test obiettivi e proiettivi - ...per il rilevamento delle caratteristiche di personalità e di condotta e delle modalità relazionali
- Sociale: valutazione dei condizionatori socio-ambientali, culturali, educativi, ...
7. - La TERAPIA dei "disturbi psicosomatici"
Tre approcci considerati sempre come idispensabili e complementari (intervento "pluridisciplinare"): MEDICO – PSICOSOCIALE – AMBIENTALE:
- Intervento MEDICO
- Riferito agli aspetti biofisiologici (sintomatici ed eziologici) del disturbo psicosomatico
- Va considerato sempre come essenziale
- Ha importanza porimaria durante la fase acuta del disturbo psicosomatico
- Va pianificato ed attuato in èquipe
- Nei disturbi psicosomatici è essenziale che il medico:
- Analizzi la situazione del paziente in una "prospettiva globale"
- Valuti l'incidenza patologica dei fattori non propriamente bisofisiologici
- Faciliti la disponibilità del paziente ad accettare gli interveni psicosociali
- Stabilisca una valida relazione con il paziente
- Mantenga una sistematica collaborazione con lo psicologo.
- Intervento PSICOSOCIALE
- Valutazione della presenza di fattori psicologici, interazionali e/o socio-culturali e della loro eventuale incidenza (predisponente – precipitante – di rinforzo) nella manifestazione e nel decorso del disturbo psicosomatico
- Durante la fase acuta del disturbo: si tratta di un intervento compelmentare a quello medico, per favorire:
- L'accettazione della patologia
- Atteggiamenti di responsabilizzazione e di "compliance"
- La consapevolezza della presenza di cofattori non organici
- L'iniziale comprensione e controllo di questi co-fattori
- Durante la fase non-acuta del disturbo psicosomatico: quello psicosociale è un intervento co-primario e co-essenziale a quello medico. (In questa fase l'intervento medico è di tipo preventivo; serve a mantenere lo stato di salute del paziente; è finalizzato all'ulteriore controllo dei sintomi patologici)
- Di vario tipo: tecniche di rilassamento – training autogeno – meditaizone – ipnosi – biofeeedback – counseling – psicoterapie
- Psicoterapie:
- Individuali – della coppia – della famiglia – di gruppo
- Comportamentali – cognitivo-comportamentli – psicodinamiche (di sostegno – ricostruttive)
- Obiettivi specifici:
- Interventi individuali:
- Rilassamento – autocontrollo
- "Compliance" delle prescrizioni
- Favorire la comprensione dei possibili co-fattori psicosociali della patologia
- Stimolare il cambiamento delle condotte inadeguate
- Promuovere la connsapevolezza dei bisogni rifiutati o rimossi; dei conflitti collegati; delle difese messe in atto
- Favorire la modifica delle condotte inadeguate di adattamento e di difesa
- Stimolare la soluzione dei conflitti; lo sviluppo delle potenzialità; l'integrazione della personalità
- Interventi di coppia e/o familiari:
- Conoscenza dei problemi
- Comprensione delle dinamiche di coppia e/o familiari
- Identificazione delle modalità per promuovere quelle funzionali e superare quelle patogene
- Superamento delle situazioni di "beneficio secondario"
- Interventi di gruppo:
- Favorire la abreazione dei contenuti conflittuali di tipo relazionale
- Stimolare atteggiamenti interazionali produttivi e gratificanti
- Promuovere dinamiche di rinforzo reciproco
- Interventi individuali:
- Intervento AMBIENTALE
- Identificare l'esistenza, la significatività e le modalità per controllare gli "stressori ambientali":
- Che hanno condizionato la predisposizione a sviluppare un disturbo psicosomatico
- Che l'hanno fatta precipitare
- Che la mantengono e/o rinforzano
- Promuovere la modifica degli "stressori" ambientali:
- Superamento dei condizionatori negativi (a livello di coppia, famiglia, lavoro, ambiente, ecc.)
- Promozione dell'igiene mentale del paziente: adeguato "stile di vita"; funzionale distribuzione del tempo; dedicare spazio al relax, al divertimento, allo sport, al riposo, ecc.
- Identificare l'esistenza, la significatività e le modalità per controllare gli "stressori ambientali":
8. - CONCLUSIONI
- Corpo e psiche sono realtà inscindibili, interdipendenti, che si condizionano a vicenda in maniera "transazionale".
- Tutte le patologie organiche hanno conseguenze psicosociali ("somatopsichiche"); tutti i disturbi psichici hanno connotati organici (anche se non sempre si tratta di veri e propri "disturbi psicosomatici").
- Quando c'è una malattia fisica o un disturbo psicosociale è necessario analizzare e trattare sempre la persona nella sua integrità e articolazione bio-psico-socio-ambientale e situazionale.
- Si può parlare di "disturbo psicosomatico" solo se esiste una patologia fisica di un organo o sistema; non ci sono fattori biofisiologici "sufficienti" per spiegarla; si rileva la presenza e concomitanza di fattori psicosociali con l'insorgenza, il mantenimento o il decorso della malattia.
- Sono ancora molti e non sufficientemente chiariti i problemi che si pongono nell'ambito della psicosomatica, soprattutto riferiti alla comprensione degli specifici "meccanismi di interazione" tra fattori psicosociale e malattia e agli interventi terapeutici più funzionali.
- Medici e psicologi devono cercare di evitare posizioni estreme e unilaterali; valutare specificamente ogni singolo caso; ipotizzare la presenza di un "disturbo psicosomatico" solo se e quando è possibile escludere la esclusiva fattorialità organica.
- Sono tre gli aspetti essenziali da considerare nei disturbi psicosomatici: l'approccio "olistico" al paziente; l'importanza fondamentale della realzione medico/psicologo – paziente; la necessità di una sistematica "liaison consultation" sia nel momento diagnostico che durante l'iter terapeutico.
- Sono tre gli atteggiamenti da evitare assolutamente nel caso dei disturbi psicosomatici: dare al paziente inadeguate rassicurazioni e creare inopportune "aspettative di cura"; dimunire la significatività che ha la "guarigione" della malattia organica; "colpevolizzare" il paziente o i suoi familiari per la presenza degli eventuali cofattori psicosociali del disturbo.
Torna alla Pagina "Conferenze"